Un cimitero fuori dal comune
Nel cuore di Roma, nel quartiere storico di Testaccio, si trova il Cimitero Acattolico, un luogo che sfida le convenzioni religiose del passato accogliendo le spoglie di coloro che non professavano la fede cattolica. Questo cimitero è un’oasi di pace, intrisa di una storia ricca e vibrante che attrae tanto i visitatori curiosi quanto gli amanti della letteratura e dell’arte.

Il Cimitero Acattolico, conosciuto anche come “cimitero degli inglesi” o “dei poeti e degli artisti”, si trova accanto alla celebre Piramide di Caio Cestio. Le sue origini risalgono al XVIII secolo, quando, nella Roma governata dal Papa, le leggi pontificie proibivano ai non cattolici di essere sepolti in terra consacrata. Così, protestanti, ebrei e ortodossi — come anche attori e suicidi — trovavano qui il loro ultimo riposo, fuori dalle mura cittadine.
Storia e sviluppo
Nel 1716 il cimitero cominciò a prendere forma, anche se venne ufficialmente riconosciuto solo nel 1821. Nei primi tempi, le sepolture avvenivano di notte, per evitare possibili scontri con i fanatici religiosi. Solo più tardi le tombe iniziarono a essere identificate con iscrizioni, nonostante l’uso di croci o simboli religiosi fosse inizialmente vietato.
Per molti anni, il Cimitero Acattolico fu considerato un cimitero “straniero”, poiché la maggior parte dei sepolti proveniva dall’estero. Con il tempo, tuttavia, furono fatte eccezioni per alcune figure italiane di grande rilievo culturale, considerate “forestieri” nella loro stessa patria. Ciò fu dovuto in gran parte al loro distacco dal cattolicesimo o alla singolarità delle loro opere.
Famosi abitanti eterni
John Keats
Tra le tombe più celebri spicca quella del poeta inglese John Keats, morto a Roma a soli 25 anni. Il suo epitaffio non menziona il nome, ma è rimasto immortale grazie alla celebre frase: “Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua”. Questa espressione riflette il suo desiderio di scomparire con la stessa leggerezza con cui le parole tracciate sull’acqua svaniscono.
Percy Bysshe Shelley
Un altro poeta inglese, Percy Bysshe Shelley, riposa anch’egli qui. Morì annegato e le sue ceneri furono portate al cimitero dopo la cremazione del corpo. La sua lapide riporta un frammento tratto dalla “Tempesta” di Shakespeare, celebrando la sua metamorfosi dopo la morte: da poeta a creatura “ricca e strana”.
Antonio Gramsci
Il celebre pensatore comunista italiano Antonio Gramsci riposa anch’egli in questo luogo. La sua sepoltura fu possibile grazie al matrimonio con una cittadina sovietica, che gli conferì il diritto di essere sepolto qui nonostante le sue origini e il battesimo cattolico.
William Wetmore Story
Lo scultore statunitense William Wetmore Story ha lasciato una delle opere funerarie più toccanti: Angel of Grief. Questo angelo dolente, piegato sul sepolcro della moglie, simboleggia la tristezza e l’eternità dell’amore, diventando una delle immagini più iconiche del luogo.
Una passeggiata segnata dalla memoria
Il Cimitero Acattolico non è solo un luogo di eterno riposo, ma anche una testimonianza vivente della storia e della cultura che affondano le radici nella città eterna. La sua atmosfera unica, accompagnata dai cipressi secolari e dalla presenza costante dei gatti, offre ai visitatori un’esperienza introspettiva e commovente.
Questo cimitero è il riflesso di un dialogo continuo tra vita e morte, tra accettazione ed esclusione, dando vita a uno spazio dove la diversità culturale viene celebrata anche nell’aldilà. Mentre Roma continua a evolversi, il Cimitero Acattolico resta una testimonianza eterna di rispetto e inclusione in una città che un t
