Un angolo di Roma tra storia e modernità: Villa Certosa

Un borgo che narra storie di ieri e oggi

Nel cuore caotico di Roma, tra la Casilina e il Mandrione, si nasconde un angolo che sembra uscito da un’altra epoca: Villa Certosa, un borgo suggestivo che racconta storie di tempi passati e di contemporaneità. Quest’area, un tempo conosciuta come borghetto degli Angeli, conserva ancora oggi il fascino discreto del passato, ricordato nelle pagine di Pier Paolo Pasolini in “Ragazzi di Vita”. Le piccole case basse, i sentieri di terra battuta e gli orticelli definiscono il paesaggio, resistendo fieramente al tempo.

antico borghetto degli Angeli

Un murales che parla di poesia e storia

Una delle caratteristiche più peculiari di Villa Certosa è il murales “Hostia”, un omaggio struggente a Pier Paolo Pasolini. Quest’opera d’arte alta dieci metri realizzata dall’artista Nicola Verlato, si erge imponente al civico 215 di via Galeazzo Alessi. In bianco e nero, ritrae Pasolini in caduta subito dopo il suo tragico assassinio, mentre sotto, il poeta bambino osserva il suo mentore Petrarca accanto ad Ezra Pound. Questo murales, conosciuto come la “Cappella Sistina di Tor Pignattara”, rappresenta un filo di memoria visiva che collega passato e presente.

La diversità che arricchisce

Il quartiere di Tor Pignattara, dove sorge Villa Certosa, è un mosaico di culture e tradizioni. La vivacità del borgo è alimentata da una comunità multietnica che lo rende unico. Le influenze culturali si rispecchiano nelle tre chiese cattoliche, cinque moschee, templi indù, pentecostali e buddisti che costellano l’area. Questa confluenza di fedi e origini diverse testimonia il suo legame con un passato fatto di migrazioni e accoglienza.

Le vite raccontate dai murales

Non sono solo le storie di artisti e poeti a segnare le vie del borgo, ma anche quelle di persone comuni, ricordate attraverso colorati murales. Largo dei Savorgnan ospita due opere dedicate a Guerrino Sbardella e Ciro Principessa. Guerrino era un giovane tipografo e partigiano, vittima della ferocia fascista, mentre Ciro è stato un ragazzo ucciso per odio politico nei turbolenti anni della contestazione. Questi murales non solo abbelliscono le strade di Villa Certosa, ma sono simboli di memoria e lotta.

Una storia di agricoltura e comunità

Il passato di Villa Certosa affonda le radici in una società agricola, con contadini ciociari stabilitisi qui grazie all’acquisto di terre della Casetta degli Angeli. Si erano creati piccoli orti e casette che divennero rifugio per artigiani e operai durante le trasformazioni urbanistiche di Roma nel Novecento. Negli anni, l’economia agricola ha lasciato il posto a una comunità interconnessa di individui provenienti da ogni dove, condividendo storie e dialetti diversi.

Evoluzione e futuro di Villa Certosa

Col passare del tempo, il borgo si è svuotato dei suoi antichi abitanti per accogliere nuove generazioni. Negli anni Ottanta e Novanta, l’assegnazione di case popolari ha cambiato il volto della comunità, portando giovani famiglie a insediarsi e continuare la tradizione di comunità viva e pulsante.

Villa Certosa è come un libro aperto, ogni angolo racconta una storia reinterpretata attraverso i suoi abitanti e le vivide opere d’arte che adornano le sue strade. È un microcosmo di Roma che invita a passeggiare con lentezza, tra passato e presente, memoria e modernità. Con le sue storie che si intrecciano, rappresenta un esempio perfetto di come un luogo possa conservare la propria identità in un mondo che cambia.